sabato 26 maggio 2012

Il Teatro dell'Assurdo

http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=69099&Edizione=13&A=20120526


Vittorio Emanuele, il Teatro dell'assurdo Il Cda: «Non abbiamo sospeso gli spettacoli». L'unica cosa seria: la "protesta sinfonica" degli orchestrali 

Lucio D'Amico
Una tragedia che diventa farsa. Trattandosi del Teatro Vittorio Emanuele, quello che va in scena è uno spettacolo nello spettacolo, che lascia tutti a bocca aperta. Tra soldi che non arrivano, un presidente che preannunzia le proprie dimissioni, un soprintendente che comunica a tutte le compagnie la "dolorosa" decisione di sospendere ogni attività fino al 31 dicembre 2012, un consiglio di amministrazione che nega di aver mai approvato «alcun provvedimento di sospensione degli spettacoli», un assessore regionale che accusa il presidente e il soprintendente di «parlare a vanvera», ecco che gli spettatori – i cittadini messinesi – si trovano coinvolti in una pièce da teatro dell'assurdo.
Racconteremo la pantomima nel dettaglio, ma la sostanza non cambia: continuando così, il "Vittorio Emanuele" rischia di chiudere definitivamente i battenti mentre si assiste a un indegno gioco allo scaricabarile.
L'antefatto è nel comunicato dato alla stampa nel pomeriggio di giovedì. Inequivocabile il contenuto: «Blocco degli spettacoli fino al 31 dicembre 2012. In scena solo "La Rondine". Soppressa la conferenza stampa per protesta, i tagli regionali costringono il Teatro di Messina a sospendere ogni attività». Queste sarebbero «le decisioni del consiglio di amministrazione dell'Ear», comunicate via lettera a tutte le compagnie, al presidente della Regione, agli assessori regionali al Turismo e al Bilancio, al sindaco, al presidente della Provincia, alla deputazione messinese e ai sindacati. Il «doloroso provvedimento» – si legge nella nota – sarebbe stato «votato all'unanimità dal consiglio di amministrazione».
Usiamo il condizionale perchè a distanza di 24 ore arriva la più clamorosa delle smentite. La vicepresidente Daniela Faranda e i consiglieri Gustavo Ricevuto, Carmelo Ietto, Francesco Rizzo e Carmelina David (di fatto l'intero Cda) firmano un documento in cui sostengono di «non aver adottato alcun provvedimento di sospensione degli spettacoli del 2012». Nella seduta del 22 maggio – precisano i cinque componenti del Cda – «preso atto del taglio pari al 32 per cento del finanziamento erogato dalla Regione, il consiglio ha ipotizzato la revisione degli spettacoli previsti per la stagione, pur in corso di svolgimento. Ogni decisione è stata rinviata alla seduta del 28 maggio nel corso della quale si procederà all'esame delle varie ipotesi di rimodulazione. Esclusivamente una delibera di Cda potrà emendare o modificare la precedente statuizione con la quale venne approvata la stagione in corso. Non è stata deliberata – insistono – alcuna risoluzione dei contratti già stipulati né per quanto riguarda le compagnie o i tecnici né tantomeno per i consulenti e i direttori artistici. Ogni valutazione sul punto è rimandata». E il documento si chiude con un'ulteriore "frecciata" nei confronti dei vertici dell'Ente: «L'annullamento della conferenza stampa non è stato comunicato a tutti i consiglieri». Sotto accusa, quindi, presidente e soprintendente, anche se il consigliere Francesco Rizzo ha, comunque, stigmatizzato l'atteggiamento della Regione, «che ha operato un taglio netto e indiscriminato non tenendo conto della virtuosità del Teatro Vittorio, unico ente in Sicilia ad avere finora il bilancio in attivo». I consiglieri si scusano, infine, con gli abbonati «per la confusione ingenerata».
In serata, da noi contattato, Luciano Ordile si trincera nel più rigoroso dei "no comment": «Ci risentiamo domani, parlate con il soprintendente». Ma non è il presidente l'organo politico? Nel frattempo, si fanno sempre più insistenti le voci di sue possibili dimissioni.
La nota meno triste delle ultime 24 ore è quella firmata dai professori d'orchestra del "Vittorio Emanuele", che annunciano per stasera, alle 19, nel piazzale del Teatro, «una protesta sinfonica» e chiedono alla cittadinanza di unirsi alla manifestazione e di far sentire la propria solidarietà. La musica vale più di centomila parole gettate al vento.
I rappresentanti della Fistel Cisl e della Fials Cisal, da parte loro, esprimono preoccupazione per le sorti delle maestranze, dai professori d'orchestra ai macchinisti, elettricisti, sarti, attrezzisti, truccatori. Lavoratori che sbarcano con fatica il lunario, che da 15 anni vivono uno stato di precarietà permanente e che oggi rischiano di non avere più neppure quel «magro e discontinuo reddito». «Siamo seriamente preoccupati – insistono i sindacati – per il gioco delle appartenenze, la cui dinamica tira la coperta, corta, in ogni dove senza coerenza e senza responsabilità, secondo il gioco delle parti». Tutti contro tutti, «nell'assordante silenzio della deputazione all'Ars». Le organizzazioni ritengono, in ogni caso, indispensabile «costruire tavoli di trattativa, di confronto, di mediazione» e invitano tutte le altre sigle sindacali ad evitare prove di forza che, «pur con motivazioni legittime e condivisibili», non farebbero altro che aggravare uno scenario già di per sè fosco di presagi non certo allegri.

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